RELAZIONI 1974
SIOCON
Situazione politica.
Nel 1974 si sono registrati i seguenti principali eventi:
Febbraio 18: pesante attacco contro Siraway. Gruppi di ribelli penetrano in città e incendiano moltissime case. Pallottole di mitraglia crivellano la parte posteriore della canonica. La popolazione locale si rifugia nel l’area dello stabilimento di legname Misamis.
Maggio, mons. Zafra, vescovo di Dipolog, visita i musulmani ritornati e dà ai padri una somma di danaro per contribuire alla ricostruzione della loro moschea.
Alla fine di giugno, i ribelli musulmani occupano il porto strategico di Santa Maria e tutti i villaggi nord e sud. Frequenti scaramucce nel lontano nord (zona di Dicolum ). Le tribù native (subani) evacuano un’altra volta Siocon. Due persone risultano disperse.
Luglio, 2 cristiani vengono uccisi ed uno ferito, mentre raccolgono la copra, a circa tre km dal centro della città. Un subano viene ucciso nell’interno. Pesanti sospetti gravano su alcuni musulmani « balikbayan », che sono arrestati dalle forze di polizia e immediatamente rilasciati dall’junior Officer, lui pure musulmano.
Nei mesi seguenti i ribelli si impadroniscono di due pescherecci e di una lancia appartenente ad una delle compagnie di legname che lavorano nel nord. Siraway rimane sotto minaccia fino al 9 dicembre, quando i ribelli, equipaggiati con armi sofisticate, sferrano un pe sante attacco da diverse posizioni. Gli attaccanti contano circa 600 uomini, 6 mortai pesanti e oltre una dozzina di M. 79. Tre governativi restano uccisi, compreso 1 Lt, ed alcuni feriti. Sino ad oggi (26 dicembre), Siraway è aperta solo al trasporto dei militari, e un’azione dei governativi è in corso d’ambo le parti della penisola di Zamboanga.
Il 12 dicembre, tre cristiani sono uccisi da arma da fuoco ed una bambina di 10 anni viene rapita a Kanibungan , circa 4 km dal centro di Siocon. Dal giorno della nostra partenza da Siocon per il raduno (26 dicembre), 9 ribelli che operavano nei dintorni di Siocon si sono arresi al comando locale con 5 mitragliatrici, tra cui 2 G. 1, armi molto sofisticate. La canonica, evidentemente su richiesta dei ribelli musulmani , viene usata come terreno neutro di trattative.
Situazione religiosa.
Siocon ha manifestato un leggero miglioramento nella risposta alle iniziative liturgiche. Nei barrios vicini, il miglioramento è più evidente e lo si deve alla regolare presenza del sacerdote e al programma liturgico. In al cune zone il padre ha visitato le singole famiglie, e la cosa è stata molto apprezzata. Ne ha offerto l’occasione il censimento della parrocchia. Si è pure sfondato con le organizzazioni centrate attorno alle cappelle dei barrios, riuscendo a raccogliere « assemblee generali » che hanno discusso coi missionari progetti che in passato erano lasciati alle iniziative di poche persone, spinte, di solito, dal desiderio di vantaggi politici. Così, trattare e cooperare coi responsabili dei barrios è divenuto più facile.
I padri assegnati a Siocon erano quattro, ma hanno potuto trovarsi insieme solo per brevi periodi. La continuità è rimasta precaria; è stato difficile, a volte, pianificare e programmare; l’impegno nell’esecuzione è calato lentamente di tono o è stato portato avanti con scarso interesse. Un padre è stato fuori per quasi cinque mesi, da gennaio a maggio; un altro ha lasciato la parrocchia quattro mesi prima del previsto a motivo di un diverso incarico. Nella seconda metà dell’anno abbiamo riconsiderato i nostri incarichi nella parrocchia- e fatto alcuni cambiamenti per rispondere meglio alle inclinazioni personali di ciascuno. A poco a poco, ci è parso di trovare le linee direttrici d’una pianificazione programmazione dell’attività.
Punto di vista pastorale.
Poiché ci siamo messi in contatto più stretto con gente, abbiamo scoperto un profondo bisogno di istruzione religiosa. Per rispondere a tale bisogno abbiamo avviato istruzioni per il battesimo e il matrimonio e insegnamento sistematico della religione nelle scuole elementari di Siocon centro e di due barrios e nella High-School. I gruppi CCD sono responsabili dell’istruzione religiosa nelle elementari. Una volta alla settimana singoli gruppi si riuniscono sotto la guida del p. Vincent per trattare delle loro attività e del loro sviluppo. A loro si deve pure se è cresciuta la partecipazione alla liturgia , lo spirito di cooperazione e se è andato gradualmente scemando nella gente il vecchio atteggiamento di riverente distacco, mentre più rumore o più vita ferve ora attorno alla canonica.
Impegno sociale.
La situazione di difficoltà ci ha portato a cooperare con le organizzazioni governative (DSW, SPARE ) per aiutare nelle loro necessità profughi o ritornati. Inoltre con le medicine ricevute dall’estero e la cooperazione di tre dottori locali e del personale del DSW, abbiamo allestito una consultazione medica gratuita, specialmente per i poveri. Il programma ha avuto successo. Questo servizio ai bisognosi e ai sofferenti ci ha fornito un’eccellente occasione per incontrare molti cristiani dei barrios lontani e rafforzare il contatto coi musulmani ed i subani
- di Guardo, che ha una predilezione per i musul mani, pare sia ben accetto e costantemente cercato da loro. Esiste ancora un pesante clima di diffidenza e un profondo risentimento tra musulmani e cristiani. Quanto ai subani si è data loro poca attenzione, ma i contatti sono diventati più frequenti e cordiali e si delinea una buona prospettiva di un futuro impegno diretto con loro.
Presenziamo regolarmente al raduno di Dipolog con vescovo e i sacerdoti. Il vescovo ha esentato Siocon dalle tasse diocesane ed ha esteso l’assistenza finanziaria ai nostri profughi in tre circostanze. Un nuovo contratto è stato sottoposto ed accettato volentieri.
INIZIO DEL LAVORO AD AYALA
Il pensiero di prendere un impegno nell’archidiocesi di Zamboanga risale al momento in cui fu decisa la nostra presenza nell’arcipelago delle Sulu. Essendo ormai Siocon una realtà in cui il PIME lavora da oltre cinque anni e ricordando che Siocon è connessa alla città Zamboanga con un servizio via mare, la decisione di andare dare nelle isole Sulu (Jolo) rendeva assai ovvia l’intenzione di stabilirci a Zamboanga e vicino alla città.
Tuttavia , queste ragioni non giustificavano tale intenzione e così pure il fatto che altri padri e fratelli fossero disposti ad andare anche più al sud, se non a patto che il nuovo campo di lavoro entrasse a far parte di ciò che il PIME cerca di fare e di essere nelle Filippine, cioè in parole semplici, mettersi al servizio della Chiesa locale in una modalità esclusivamente missionaria.
Tutto ciò è stato discusso e dibattuto a lungo; altra documentazione è stata preparata per un’analisi del genere. L’argomento è divenuto oggetto di decisione quando i preti e fratelli clarettiani si trovarono in difficoltà di personale per mandare avanti le loro comunità che lavorano nell’archidiocesi. Allorché ci fu offerta Ayala (parrocchia di N. Signora del Monte Carmelo), la proposta f u considerata con più attenzione, finché si giunse alla soluzione finale nei colloqui di Siocon col regionale (settembre 74). A Siocon v’erano allora quattro padri, mentre uno si trovava in Italia per vacanza, pure lui disponibile per il nuovo lavoro. Si stabilì di accettare Ayala e creare due comunità: 3 missionari a Siocon e 3 ad Ayala.
In novembre, un padre passò alla cattedrale di Zamboanga, in attesa di entrare il 15 dello stesso mese ad Ayala, mentre per lo stesso motivo, un altro andava a Manila ad approfondire il suo inglese, una delle molte lingue usate a Zamboanga. Per diverse circostanze, l’ingresso in Ayala venne ritardato. A metà gennaio fu completato il contratto e, il 19, il vescovo di Zamboanga, Francisco Cruces, insediava i nostri tre padri e parroco e due aiutanti.
Ayala dista circa 20 minuti dalla città di Zamboanga, ed è collegata al centro con servizi pubblici diurni. È presto per dare una descrizione accurata dell’ambiente. Conta circa 20 barrios. Vi si parlano tre lingue: chavacano, (un misto di spagnolo ed altri dialetti), cebuano parlato in molte parti ai confini della parrocchia) e inglese, molto usato come lingua scritta e dagli studenti. Circa metà della popolazione è fatta di musulmani he parlano tausug.
Nella diocesi ci sono gesuiti e clarettiani e, al presente, solo tre preti filippini che abitano nella parrocchia di S. Ignazio; uno è vicario generale e parroco, mentre gli altri due lavorano in seminario ed aiutano nella parrocchia. La cattedrale è sempre in mano ai clarettiani. I gesuiti abitano accanto alla loro scuola. Le altre parrocchie sono curate da gesuiti (filippini ed americani) e clarettiani (spagnoli). Questi non hanno alcun membro filippino a tutt’oggi.
Quanto a noi, il contratto d’Ayala prevede un impegno di cinque anni, poi speriamo che un prete filippino assuma la responsabilità della parrocchia, sicché il PIME potrebbe restare per altri servizi. Dei tre padri, uno fa da « coordinatore » per la comunità di Ayala-Siocon. Essi intendono lavorare in stretta comunione coi programmi della diocesi e in particolare coi tre preti filippini. Il contratto parla di una nostra presenza « esclusivamente missionaria », che dice ciò che vogliamo essere ad Ayala. La residenza servirà pure come luogo di riposo e rinnovamento , ristoro per i missionari che lavorano nel Sud (Mindanao e Sulu). Al presente, muoversi è piuttosto difficile, per la situazione ancora tesa tra ribelli e altri abitanti di Mindanao. La città di Zamboanga è un centro-chiave di Mindanao, col suo buon porto, per cui, cessate le ostilità, crescerà certamente d’importanza e significato.
ARROCCHIA DI S. PABLO, TONDO
La popolazione della parrocchia è di circa 40.000 bitanti, di cui 20-25 mila baraccati. Magasaysay Village. centro della parrocchia, è una parte della più ampia area di baraccati di Tondo, dove vivono 27.000 famiglie, circa 250.000 persone; Magsaysay Village conta 3.000 famiglie. Si sono addetti i pp. Vancio, Cocquio e Booms. Ecco gli eventi più importanti degli ultimi mesi
Ottobre ’73: nasce un conflitto tra la parrocchia e capi locali (barangay leaders). Questi pretendono di dover essere informati su tutti i raduni ed i programmi parrocchiali e che per essi si esiga il loro permesso, poi accusano alcune attività parrocchiali di « sovversione». In realtà, raduni e programmi sono noti a tutti, a molte cose vengono svisate. Si tiene un raduno coi rappresentanti della missione della Banca Mondiale la gente presenta proposte e piani per una soluzione sulla questione della terra confacente alle loro aspirazioni e ai loro diritti. È questa coscientizzazione e responsabilizzazione della gente che dà fastidio ai capi.
Novembre: fratel Frank Ryan, gesuita, viene in parrocchia e resta quattro mesi per studiare l’organizzazione della comunità, e può vedere come la gente lavori sodo per migliorare le proprie condizioni di vita infra umane.
Dicembre: viene arrestato il presidente del Consiglio giovanile parrocchiale, Manolet Agoncillo, sotto accusa, ma senza prove, di sovversione, e rimane in prigione per tre mesi e mezzo.
Gennaio ’74: il vescovo Mariano Gaviola, responsabile dello SCAPS (Share and Care Apostolate for Poor Settlers, creato dalla Conf . episc. filippina nel ’73) cel bra la « Misa ng Bayan », per chiedere luce di Dio in ogni impresa e capire che solo tramite l’unità del popolo gli obiettivi possono essere raggiunti; la manifestazione ha luogo presso la sede vicina dei salesiani. – La parrocchia si prende cura di chi è senza lavoro con una scuola di taglio ed abbigliamento; la partecipazione costa due pesos al mese, i corsi durano sei mesi con quattro ore di lezione tre volte alla settimana. – Nella settimana di preghiera per l’unità si tiene un servizio ecumenico coi fedeli della Chiesa dei discepoli di Cristo; si costituisce l’associazione interecclesiale di Tondo, cui partecipiamo, e che comprende pastori, preti e laici impegnati a discutere mensilmente su programmi e progetti comuni di azione.
Febbraio: ha luogo, alla presenza di militari, un confronto tra esponenti della parrocchia e barangay leaders, onde superare malintesi e conflitti tra le due parti. – Visita a domicilio dei parrocchiani , per conoscere la loro situazione, creare relazioni cristiane e fraterne: si legge assieme il Vangelo per incarnarlo nelle situazioni della vita.
Marzo: un altro giovane, Buddy Parcon, è arrestato e accusato di sovversione; è rilasciato dopo sei giorni per mancanza di prove. La faccenda si ripete per Lino Aparente, uno degli organizzatori della comunità, molto de dito al lavoro tra i poveri. – Altra messa a confronto coi militari e i barangay leaders e i pp. Alessi e Cocquio. La chiarificazione è stata voluta dai nostri padri perché i militari interrogavano continuamente i giovani arrestati sulle attività dei sacerdoti del PIME. I nostri missionari sottolineano che è dovere della Chiesa denunciare le in giustizie e affermare la verità, tanto quanto amministrare i sacramenti. – Durante la quaresima, si tengono processioni, via crucis, letture evangeliche e istruzioni con films sulla vita di Cristo, il tutto all’aperto, in stile pentecostale, con l’intento che il messaggio cristiano diventi significativo ed incisivo per la vita concreta della gente.
Aprile: il nunzio viene a celebrare il giovedì santo in parrocchia , lava i piedi ad alcuni uomini del Magsaysay Village, prende parte alla cena pasquale con parrocchiani, sacerdoti, suore. – Dopo una lunga preparazione catechistica , 114 bambini fanno la loro prima comunione il giovedì e sabato santo.
Maggio: data la tensione tra barangay leaders, maestri e sacerdoti, e per motivi finanziari, si chiudono gli asili in vari isolati; si crea un unico asilo sotto la diretta supervisione della parrocchia con un centinaio di bambini provenienti da diverse zone. – Si tiene un raduno di tre giorni a Lipa City, al quale partecipano oltre un centinaio di persone che vogliono diventare capi ed offrire i loro servizi per l’opera di promozione umana tra i poveri di Tondo.
Agosto: partecipiamo ad un convegno promosso dalla SCAPS, che raccoglie un prete ed una suora per ogni parrocchia , per esaminare l’attività dei religiosi tra i baraccati in tutte le Filippine. Allo scambio di esperienze , sono presenti anche dei militari, che prospettano il punto di vista del governo circa l’aiuto ai baraccati. Il convegno definisce il ruolo dei religiosi nell’apostolato dei baraccati e decide, tra l’altro, di chiedere una maggior partecipazione dei laici, nelle zone povere urbane, agli sforzi della SCAPS.
Il vescovo M. Gaviola presiede alla benedizione di tre pubbliche fontanelle che portano acqua negli isolati 1, 2, 5; molta la gente presente , tra cui il sindaco. Segue una messa di ringraziamento perché la speranza é divenuta realtà attraverso la pazienza e l’unità della gente del Magsaysay Village.
Settembre: veglia di preghiera nella cattedrale dopo i fatti di Novaliches (invasione da parte dei militari del noviziato dei gesuiti e centro di riunioni e ritiri, a 20 km a nord di Manila , con molteplici azioni vessatorie nei riguardi dei presenti , n.d .r.) , voluta dall’arcivescovo di Manila , Sin, per chiedere maggior rispetto dei diritti dell’uomo ad esprimere le proprie convinzioni, perseguire la verità, denunciare ogni ingiustizia. Molto concorso di popolo; quelli di Tondo si sono recati a piedi nella catt drale per manifestare la loro unità con tutti quelli che soffrono per l’ingiustizia.
II giorno 19, parecchie migliaia di persone di Magasaysay Village, Barrio Magsaysay e Zoto assistono ad una messa ecumenica concelebrata da mons. Gaviola e altri preti di diverse zone, alla presenza di ministri protestanti nel campo di gioco della parrocchia di Don Bosco. Come la « Misa ng Bayan » di gennaio, questa celebra zione intende manifestare ed accrescere il senso di solidarietà della gente nell’impegno di costruire una società più giusta e fraterna … Dopo la messa, uno dei leaders fu preso e portato al Malacanang (sede di Marcos) per essere interrogato, ma venne rilasciato dopo pochi minuti. Quest’anno, la NASSA (Segretariato nazionale per l’azione sociale) ha organizzato un programma di coscientizzazione per i dirigenti dell’azione sociale delle varie diocesi. Per rendere le loro esperienze più realistiche e stimolare la loro riflessione, sono stati portati a Tondo; tra loro 15 i preti. Vivendo con la gente, si sono resi conto del corde la gente di Tondo sta crescendo assieme in una vera comunità.
Si è pure avviato il programma per la formazione di para-medici, con una cinquantina di persone scelte dal popolo.
È stata anche organizzata l’Unione dei cittadini per la terra di Tondo, incaricata di esprimere, nel comitato nazionale della SCAPS, la situazione locale, e formulare proposte politiche da sottoporre alla considerazione del l’autorità civili e religiose in relazione ai problemi della terra.
Ottobre: convenzione del Consiglio della comunità cristiana svoltasi nella chiesa di S. Pablo, per unire le 25 organ’izzazioni civiche locali in una sola confederazione. L’unione è stata fatta e la gente vi ha eletto i suoi rappresentanti per l’anno 1974-75.
Novembre: tre gesuiti hanno soggiornato a Tondo, nella zona dei baraccati, per alcuni giorni, prima di intraprendere il loro ritiro di un mese. La NASSA ha lanciato un programma per la quaresima, chiamato «Alay Kapwa », cioè offerta e sacrificio per il prossimo. Quattro seminaristi della Società missionaria filippina di Tagaytay, Cavite, si sono offerti per spiegare il programma alle varie organizzazioni nelle diverse zone, con l’aiuto di un comitato istituito appositamente. Il vescovo Labayen ed i direttori della Caritas internazionale dell’Asia estremo orientale sono venuti a Tondo per celebrare una messa in preparazione alla marcia sul Malacanang: c’erano 4 vescovi, 13 preti e alcuni laici.
In questo mese si compie pure il grande evento del l’Alay-Lakad, pellegrinaggio in cerca della terra promessa, cioè la marcia sul Malacanang per presentare al presidente Marco le richieste del popolo di Tondo in vista di risolvere il problema della terra. La terra è un grosso problema per la gente di Tondo. Di fonte al progresso industriale molta gente è sotto la minaccia di essere por tata altrove dal governo. Essa non teme il trasferimento in sé, ma sente che i suoi diritti come popolo non vengono rispettati. Molte cose stanno a provarlo: decreti presidenziali che hanno privato la gente del diritto legale sulla terra occupata in conformità alla legge; trasferimenti insicuri e provvisori verificatisi in molti casi; progetti che sradicano migliaia di famiglie; inattività del go verno di fronte alle proposte del Comitato locale per la questione; inadempienza delle ripetute promesse fatte dal presidente, ecc. Così è nata la marcia effettuatasi il 27 novembre. Anche se i partecipanti, 5.000, sono stati fermati prima di raggiungere il Malacanang, i loro capi si sono incontrati col presidente il quale ha dato assicurazione che non ci saranno altri trasferimenti, ad eccezione di Dagt-dagatan, che ogni risistemazione avverrà solo quando le condizioni di vita sul nuovo posto saranno adeguate ai bisogni della gente e che le nuove case saranno vicine ai posti di lavoro. Così, attraverso l’unità, la decisione e la speranza, la gente ha potuto far sentire la sua voce direttamente al presidente.
Dicembre: erezione del Consiglio parrocchiale, che riunisce otto differenti organizzazioni, per collaborare coi sacerdoti nella direzione della parrocchia; questo Consiglio ha un proprio rappresentante nel Consiglio del la comunità cristiana. Si celebra una messa di ringrazia mento per il successo dell’Alay-Lakad; prima della funzione, il gen. Tobias, presidente dell’Autorità per lo sviluppo del litorale di Tondo, ha scoperto una lapide che porta incise le promesse di Marcos alla gente. Alla messa, concelebrata da alcuni sacerdoti, erano presenti molti nostri amici della Metrocom police.
Il 13, p. Cocquio viene designato parroco, essendosi p. Vancio occupato nei suoi studi per prepararsi alla nuova missione di Jolo.
A Natale il nunzio viene a celebrare la messa a Magsaysay Village e si ferma poi a parlare con la gente sul problema della terra.
SVILUPPI A SANTA CRUZ
Al raduno di settembre del ’73 si decise di lasciare S. Cruz per la fine del ’76. Quando vennero i pp. Carbone e Colombo in visita nell’aprile del ’74, venne presentata al vescovo e ai preti della diocesi una lettera che comunicava in via ufficiale questa intenzione e richiedeva che alla parrocchia venisse assegnato quanto prima un sacerdote come parroco. Nella sua risposta a Roma il vescovo acconsentiva, a condizione che uno di noi sostituisse un sacerdote locale in un’altra parrocchia. P. Alessi disse che ciò non entrava nei nostri scopi e rinnovò la richiesta di aver un prete diocesano a S. Cruz per la fine del ’74. Il vescovo rispose a voce che alcuni preti erano ammalati e non poteva soddisfare la richiesta.
Si ricorderà che nel luglio del ’73 p. Bonaldo fu por tato all’ospedale e, dopo tre operazioni, moriva il 10 novembre seguente. La sua perdita f u molto sentita in parrocchia; era stato il primo prete del PIME a lavorare a
- Cruz dal 1969, molto accetto al popolo e al clero. Dopo di lui, p. Piccolo s’unì ai pp. Geremia e Cadei; quest’ul timo sta ora facendo un Corso all’EAPI (Ist. Pastorale per l’Asia Orientale) di Manila, che dura dal settembre ’74 all’aprile del ’75.
Noi abbiamo cercato di far del nostro meglio per continuare nel programma fissato. Si è messo l’accento sull’impegno dei laici in spirito di corresponsabilità nei programmi sia religiosi che sociali, perché possano continuare a crescere, pur cambiando i sacerdoti. Il Gruppo apostolico è divenuto un nucleo fidato, col quale condividiamo le nostre riflessioni ed i nostri sforzi. Esso ha ricevuto il pieno appoggio del vescovo, che in settembre ha dato ad otto dei suoi membri il permesso di distribuire la Comunione. Tra i nuovi sviluppi ricordiamo la Caritas che ha funzionato fin dal gennaio ’74, assistendo i bisognosi con fon di locali sotto la direzione di un gruppo di laici. Assieme alla Credit Union e alla Consumers’ Cooperative completa la serie dei programmi sociali che si sono resi indipendenti dalla struttura parrocchiale ed autosufficienti sia nei fondi che nell’attività, onde continueranno anche’ dopo la nostra partenza. Devo menzionare anche il gruppo para-medico che ha appena terminato la sua formazione, sotto il patrocinio congiunto della parrocchia e della diocesi e che ora rende servizi nelle zone lontane. L’intero programma è stato organizzato e portato avanti dai laici attirando l’attenzione entusiastica delle più alte autorità ‘ civili. D’altra parte, la fondazione medica, eh ha progettato a lungo la costruzione di un ospedale, e divenuta un punto dolente, date le difficoltà di raccogliere fondi e le incomprensioni sorte tra le persone interessate. Il vescovo si sta ora impegnando nel progetto a suo rischio.
Continuano pure a crescere i nostri programmi strettamente parrocchiali. Solo il 14 dicembre scorso abbiamo tenuto il primo raduno della parrocchia, una giornata intera di riunione con oltre 400 rappresentanti. S’è svolto in chiesa, c’è stata la messa con una danza all’offerto rio, si sono ascoltate relazioni di ogni gruppo, fatti il pro gramma culturale e l’elezione dei membri del _Consiglio parrocchiale. Scopo principale: valutare e athv1ta. parrocchiali e formulare un piano parrocchiale coordinato Parecchi comitati avevano lavorato per oltre due mesi a preparare il raduno e il nuovo piano parrocchiale mettendo l’accento sulla moltiplicazione dei piccoli gruppi o « comunità di base », simili al Gruppo apostolico, che possono diventare nuclei di evangelizzazione integrale nelle varie zone della parrocchia. Il piano insiste pure fortemente sull’edificazione di una comunità cristiana nella condivisione a livello sia spirituale che materiale Attuare il piano sarà più difficile che formularlo.
S’è pure parlato, per rendere più efficace lo sforzo di costruire una comunità cristiana, della possibilità di chiamare delle suore e degli organizzatori della comunità. ma senza raggiungere una decisione. Prevediamo che il PIME debba stare a S.Cruz fino alla fine del ’76 lavorando a tempo pieno.
Per preparare la parrocchia ad essere autonoma finanziariamente, intendiamo passare gradualmente tutti i fondi avuti dall’estero ai programmi diocesani anziché usarli in parrocchia, così che i preti che ci succederanno non abbiano a perdere la facci ser mancano di aiuti dal di fuori. Ci sforziamo di raggiungere l’unità tra noi a dispetto delle diverse tendenze, fidando del potere dello Spirito.