Da una lettera di p. Gigi Cocquio da Tondo Manila (1975)
L’idea della libertà e di essere liberi nasce profonda quando ti senti che questa libertà ti è tolta, o è tolta alle persone che consideri tuoi amici. Ho degli amici in prigione solo perché hanno sempre detto la verità. Preti che non si sono mai nascosti dietro i vestiti scollati e le spalle profumate di gente per bene, o dietro alle tavole imbrachettate di ricchi proprietari di terreni e, come i profeti, sono sorti a condannare e alzare il loro dito contro di loro. Fantastico, io li sto invidiando perché la libertà non scende mai a compromessi. Ma la Chiesa istituzionale non ha fatto niente per loro … sono dei ribelli, teste calde …
L’IDEA DI COMPROMESSO
Se due persone sono insieme senza sposarsi, perché il prete vuole che loro paghino una certa somma che non possiederanno mai, sono condannati a non ricevere i sacramenti; se il presidente di una repubblica, o qualsiasi ricco che sta ammazzando i suoi sudditi con un sacco di ingiustizie, chiede una Messa in casa o nel suo palazzo, troverà’ sempre vescovi che prenderanno come onore questo invito.
L’IDEA DELLA COMPROMISSIONE
E’ venuto a Manila un gruppo di turisti romani, guidati da un prete. Volevano celebrare una Messa: li abbiamo invitati a Tondo. Hanno declinato l’invito. Hanno fatto i turisti nei posti pi# attraenti della citt’ e fuori, ma non hanno voluto sporcare le loro scarpe in questo fango, e rovinarsi la digestione perché avrebbero visto gente che non può rimpinzarsi la pancia come maiali! Non l’ho con quell prete, l’ho con me stesso, perché non riesco mai a urlare che siamo tutti bugiardi e ipocriti peggio dei farisei. Infatti loro vedevano un Cristo solo noi ne abbiamo milioni di fronte, ma … non li vediamo; o non li vogliamo vedere!
L’IDEA DI CHI GODE NEL FANGO E NELL’ACQUA SPORCA
L’altro giorno c’era il tifone; la suora mi ha detto che c’era un ammalato che voleva confessarsi e ricevere la comunione. Andammo Insieme. Boia, pioveva che Dio la mandava, acqua dappertutto; dentro nell’acqua sporca, nel fango godevo, mi sentivo libero anche se le scarpe avevano i buchi. Libero di portare il Cristo a un povero Cristo. Un povero rannicchiato in una povera coperta, in una povera casa di bambini … Mi sentivo libero di perdonare senza chiedere i peccati, di sedermi per terra, di dare a lui il Cristo, pur avendo le scarpe rotte, i piedi bagnati, i pantaloni sporchi, i capelli arruffati. Ecco la gioia di essere in mezzo ai poveri: è che loro ti fanno sentire libero, perché con loro devo combattere ogni giorno per guadagnare questa libertà. Il che è duro!
L’IDEA DELL’AMICIZIA
Pioveva ancora quando sono andato a benedire una ragazza di 27 anni ammalata di TBC. Ho fatto la strada tutta di corsa perché non avevo l’ombrello e non potevo neanche usare la jeep. Si è confessata; poi abbiamo parlato. Volevo portarla all’ospedale, ma la mamma mi disse che l’avevano già rifiutata perché non era all’ultimo stadio della malattia. Non si poteva portarla all’ospedale! Ho lasciato la casa. Pioveva ancora come prima, ma stavolta non correvo più! Lascia piovere. È meglio che mi bagni tutto. Ti chiedi perché gli uomini sono così. Avrei pianto dalla rabbia, ma la gente mi avrebbe visto. Avrei voluto urlare, ma la gente non avrebbe capito. Loro sono rassegnati … dopo due ore la ragazza era morta! I morti non parlano e non reclamano, i vivi piangono!
Nelle prigioni della città di Manila i prigionieri sono trattati peggio degli animali. Ci vado spesso perché ho degli amici. Uno di loro, finita la pena da più di un mese, dovrebbe essere scarcerato. La madre per un mese ha continuato avanti e indietro per vedere di affrettare le pratiche. Disperata, è venuta da me. Andato, reclamato, fatto perdere la faccia, ancora non è successo niente. In questi giorni andrò dal Generale in carica della Polizia. Cosa credete che succederà? Promesse. I poveri si ingrassano a promesse e a crisi di coscienza di gente che vorrebbe far qualcosa per loro, ma non sanno cosa fare. Questo è il nostro problema: scoprire chi sono i nostri amici.
Essi sono coloro di cui parliamo sempre o ne discutiamo i problemi. L’amicizia nasce nel silenzio, da un sentimento di interesse e di simpatia che ti fa capire che, se tu diventi amico di quella persona, tu ti realizzi meglio e di più come persona. All’inizio non è che cerchi l’amico perché ha bisogno di te, ma perché tu hai bisogno di lui. Fin quando non ci convinciamo che noi abbiamo bisogno dei poveri, degli sfruttati, degli oppressi, dei rigettati da tutti, perché loro diventano il senso della nostra vita – come l’amico diventa la ragione della nostra vita – noi, nonostante la simpatia, le discussioni, le revisioni di vita alla luce del Vangelo, non sapremo mai che cosa fare per loro.
L’IDEA DEL TURISMO
Il Vangelo mi appare, qui a Tondo, ogni giorno nuovo. Noi abbiamo paura di essere giudicati dalla gente, di essere degli ingrati ai nostri cari, paura di non essere capiti dagli amici, e cos= scendiamo sempre a compromessi e il nostro inizio di cambiamento sarà sempre domani. Sto pensando ai soldi che ricevo da molti … è veramente tutto quello che possono fare o è solo un alibi? Qui rifiutiamo i soldi dei ricchi, per il motivo che si rifiutano di fare giustizia, e quei soldi sono sangue dei poveri. Non è poesia, questa.
Mercoledì, con un gruppo di giovani svegli, siamo andati a visitare il luogo dove il governo sta mandando i baraccati a vivere, spedendoli via per non rovinare il panorama turistico di Manila. Le promesse sono grandi, e la miseria è più grande che a Tondo. Abbiamo girato tutto il giorno a parlare con la gente; siamo venuti a contatto con i problemi: acqua, luce, strade, lavoro; e la terra ancora non appartiene a loro. (Soprattutto il lavoro è il lavoro più tremendo, perché lontani da Manila non c’è lavoro, e là abitano 50.000 persone su una collina). Anche il cimitero è un problema, perché il governo non ha dato neanche un pezzo di terra per questo, e loro hanno preso un pezzo di terreno, ma sono stati minacciati. Dopo questa visita, rientrando a Manila, ho girato la jeep, per entrare a visitare uno dei posti privati, dove vivono i ricchi (i ricchi in specie di riserve cintate da alte mura, con filo spinato, come se fosse una città murata e, dentro, ci sono le loro case). Chiedono perché e dove vogliamo andare. Dico che vogliamo vedere dentro. Dicono che ci vuole un permesso speciale. Una casa più bella dell’altra, con piscine, giardini … robe che anche noi sono visibile qualche volta. Lì erano tutte assieme. Il contrasto con quello che abbiamo visto tutto il giorno e con le case di Tondo, è troppo.
L’IDEA DI GIUSTIZIA
Questi ricchi per Natale sono capaci di fare dei pacchi-dono per i poveri di Tondo, ma noi glieli butteremo in faccia, perché nessuno di noi è un pezzente, e nessuno ha bisogno di carità. Forse non ci credete, ma i poveri sono così oppressi che loro sono i primi a dire che non c’è niente da fare e che Dio ha creato gli uomini così, dividendoli in ricchi e poveri. Così accettano, e ogni volta che il ricco butterà a loro cinque lire, loro baceranno la mano.
Nelle prediche, casa per casa, nel catechismo ai bambini, nelle riunioni e Messe per i giovani, stiamo battendo questo chiodo, che dobbiamo uscire da questo sistema di ingiustizia e non eguaglianza e che riusciremo, se capiremo che non c’è nessuno superiore a noi se non Dio.
“Gigi stai esagerando; piantala di parlare così”
È per questo che non credo più alle lettere, non credo al ritorno in Italia per sensibilizzare … Non so, probabilmente sbaglio, però, siamo sinceri, che fino adesso abbiamo sempre spinto il discorso dall’altra parte; lasciate che lo spingiamo un po’ in senso opposto, chissà che non si trovi un equilibrio.
Con tanto affetto.