Le Filippine sono ricche di acque marine e risorse acquatiche, eppure i suoi pescatori rimangono poveri. Del resto non esiste ancora una legge che risponda realmente alle richieste dei pescatori, che rimangono più poveri degli altri anche se Il loro ruolo è estremamente importante per garantire la sicurezza alimentare in un paese che consuma enormi quantità di pesce.
Secondo le stime sulla povertà del 2021 pubblicate dall’Autorità statistica filippina lo scorso marzo, il settore della pesca continua ad avere il tasso di povertà più alto, pari al 30,6%, seguito da agricoltori (il 18 % della popolazione filippina vive sotto la soglia della povertà). Con un aumento pari al 4,4% dell’incidenza della povertà rispetto al 2018.
Le grandi aziende di produzione di pesce in scatola e prodotti affini hanno grandi imbarcazioni e consentono loro di praticare la pesca eccessiva e a tutta vista. In questa maniera i piccoli pescatori vengono derubati dei loro spazi marini, riducendo significativamente le loro catture.
Un esempio è la Frabelle Fishing Corporation, ora ministro dell’Agricoltura, Francisco Tiu Laurel Jr. È una delle principali aziende nelle Filippine e detiene gran parte della produzione ittica del paese. Con 117 pescherecci commerciali, è la più grande compagnia di pesca di tonno e sardina in Asia.
Laurel è anche presidente della Bacoor Waterfront Corporation e della Diamond Export Corporation che detengono interessi nei diversi progetti di “bonifica” nel paese come il progetto di 420 ettari a Bacoor, Cavite, che ha già causato lo sfollamento di oltre 700 famiglie di pescatori in due villaggi costieri.
I progetti “distruttivi” di bonifica e di conversioni ed estrazione di sabbia nera (ricca di minerali) influenzano la vita non solo dei pescatori ma anche degli altri residenti in quelle aree. Inoltre manca un vero e proprio rimboschimento delle mangrovie, utili soprattutto contro le mareggiate e l’erosione dei litorali. Inoltre igrandi progetti di bonifica (per le industrie) stanno causano il declino della pescosità.
Oggi, il più grande progetto (2500 ettari, solitamente inondati dalle maree) di bonifica del paese è quello del Nuovo Aeroporto Internazionale di Manila (740 bilioni di pesos – 12 miliardi euro) a Bulacan, nord di Manila. E’ un progetto di proprietà della San Miguel Corporation (SMC) di Ramon Ang. Dall’inizio della sua costruzione, diverse famiglie di pescatori di sette comunità a Taliptip, Bulacan, sono state sfollate.
Bisogna poi sottolineare la storica lotta dei pescatori filippini nel Mar delle Filippine occidentali, dove la Cina rivendica il 90% di quel mare nonostante l’80% di esso appartenga di diritto alle Filippine, tra cui Scarborough Shoal e le sette isole delle Spratly Islands.