Gianni Sandalo
Cari Amici:
Il vicino tempo dell’Avvento sia per ciascuno di noi momento di speranza e rinnovamento!
In mezzo alle delusioni, alla paura, alla sfiducia che in questi tempi assalgono il nostro mondo, il prossimo tempo dell’attesa e prerparazione al Natale e’ un impegno alla speranza. Una speranza non appoggiata su uomini, cose, calcoli, valori inconsistenti, ma unicamente sul Signore. La nostra speranza, che e’ la speranza cristiana, e’ qualche cosa di audace che ha come oggetto preciso il dono che, in Cristo, ci viene offerto dal Dio fedele alle promesse.
Il primo Natale fu il risultato di un lungo cammino di speranza, di lotte, di disponibilita’ generosa e paziente. Anche questo nostro prossimo avvento si ponga al termine di una storia di fatiche e di impegno che ci coinvolgono nella quotidianita.
Al riguardo la liturgia dell’Avvento ci aiuta suggerendoci due percorsi per prepararci all’incontro con Dio: la vigilanza e la preghiera. Essere vigili vuol dire entrare nella dimensione della provvisorieta’ nella responsabilita’. Guardiamo in avanti, ma con i piedi radicati nella realta’. Pensiamo al futuro senza dimenticare il nostro presente, Realta’ e presente manifestano l’oggi di Dio con la carica profetica ‘dell’andare oltre’.
La preghiera e’ il richiamo alla fedelta’che dobbiamo a Dio e ai tante fratelli e alle tante sorelle che fanno parte della nostra vita. Forse piu’ che mai ora e’ il tempo della preghiera. Ci scontriamo quotidianamente con le presunte sicurezze della ragione, Ci si accorge che quanto pensiamo di avere tra le mani non basta. Forse e’ giunto il momento di entrare nella dimensione dell’umilta’ e della poverta’ come concreto richiamo al nostro essere ed agire. Ci si accorge che gli idoli del potere e della forza non danno consistenza alla nostra umanita’. L’umanita si scopre attraverso la preghiera. Attrraverso la preghiera respiriamo la bonta’ di Dio nonostante le contraddizioni della violenza e del sopruso..
Allora solo attraverso vigilanza e preghiera comprendiamo la gioia del Natale. Una gioia che non e’ legata soltanto all’evento storico avvenuto a Betlemme piu’ di venti secoli or sono, ma legata all’oggi della salvezza di Dio. Un oggi che comprende tutti i tempi e riempie di se’ la vita dell’umanita’
Di fronte a Dio ci si presenta solo con gli occhi aperti per vedere e riconoscere, e, come Maria, con il cuore attento e povero, desideroso e assetato di verità e di pienezza. È lei che ci mostra l’atteggiamento per cogliere il “segreto” dei fatti, il senso più profondo: “custodire, meditando nel cuore”, cioè lasciarsi penetrare dalla misteriosa vita degli avvenimenti per essere generati al loro significato più pieno. È un invito a ripercorrere il mistero del Natale per cogliere tutta la ricchezza della luce che Dio ci offre: questo bambino debole, indifeso è il Salvatore, Signore della storia, interprete del mistero dell’uomo. Oggi siamo noi i “poveri” chiamati a vedere il prodigio, a gustare la presenza del Dio fatto uomo, a narrare la gratuità dell’Amore che a noi si dona.
Attraverso la consapevolezza della gratuita’ di Dio più viva si fa la speranza che i rapporti tra gli uomini siano sempre più ispirati all’ideale di una fraternità veramente universale. Senza la condivisione di questo ideale, la pace non potrà essere assicurata. Non la pace delle armi o della vendetta, ma la pace del cuore. E questa la troviamo in Dio che si rivela nella poverta’ dell’umanita.
Con amicizia
p. Gianni Sandalo
PIME Phil Superior