In 1984 the Boston College biblical scholar, Pheme Perkins, wrote. “The theological task of articulating the significance of resurrection for twentieth-century Christians still remains to be undertaken” (Resurrection, Doubleday, p. 30).
Despite her own and many fine publications since then, her judgment still stands.
The grossly inaccurate discussion of this topic by journalists in Time, Newsweek, and US News and World Report at Easter time in 1995 suggested that even as scholars increasingly make their research available to the public, the message still needs to be more clearly articulated.
Scholars are agreed that Jesus’ resurrection is not at all a miraculous return from the dead or something like a near death experience. The real differences in the reports and interpretations of the evangelists and other New Testament authors make it quite clear that there is no, single, unified picture of resurrection in the tradition.
From this perspective, it is very significant that the Gospel passage assigned for this great feast of Easter, John 20:1-9, is the story of the finding of the empty tomb! None of the resurrection appearances of Jesus was selected.
One purpose of the empty-tomb tradition is to remind believers that faith comes from hearing. John’s report that the Beloved Disciple “sees” (the empty tomb and folded wrappings) and “believes” (that Jesus has been raised rather than that his corpse has been stolen) seems to replace the angelic proclamation in other accounts that “the Lord is risen!”
Mary Magdalene represents the community grieving over Jesus’ death and needing consolation. Her report that “they” have stolen the body very likely refers to enemies of Jesus but could also reflect the community’s concern about the charge that some Messianists stole the body to support their tale that Jesus was raised from the dead.
The early Peter tradition is of no help because, according to that report, he came to the tomb, found it empty, and returned to his friends without any understanding of what had happened (Luke 24:12). In John’s report Peter enters the empty tomb first, and then the Beloved Disciple’s reaction interprets what they both saw.
In this Gospel passage, faith in the resurrection of Jesus developed from the discovery of an empty tomb and not from an appearance of Jesus. It developed from what the first believers reported and how they interpreted what they experienced.
Domenica mattina, 10 aprile, il vescovo Pablo Virgilio David di Kalookan Manila Filippine, ha guidato la messa della domenica delle Palme nella cattedrale di San Roque. Ecco il testo della sua omelia.
Se c’è qualcosa di particolare nel racconto di San Luca della Passione e Morte di Gesù, è il ruolo di Satana nell’intera storia. Quindi il titolo a cui ho pensato per questa omelia è stato “Muling Pagtutos (La finale resa dei conti)”.
È necessario tornare al racconto di san Luca della tentazione di Satana quando Gesù rimase nel deserto per 40 giorni. Poiché il diavolo non ebbe successo nelle tre tentazioni a Gesù, e alla fine, dice san Luca: “Satana lo lasciò ma aspettando una nuova opportunità”.
E gli ultimi giorni di Gesù a Gerusalemme furono questa sua tanto attesa opportunità, quella che io chiamo una “resa dei conti”.
Supponiamo che in uno spettacolo di marionette ci siano personaggi manipolati da Satana come burattini per fargli avere successo. Primo, Giuda Iscariota. San Luca dice che Satana è entrato in lui per tradire Gesù per 30 pezzi d’argento. Il secondo sono le persone che assistono (in pubblico) alla prova sofferta di Gesù. Si sente spesso il detto “vox populi, vox Dei”. Che la voce del popolo sia la voce di Dio. È vero? Sì, ma non sempre. Nel racconto della prova sofferta di Gesù, la voce del popolo è la voce di Satana. Ciò significa che lui entrò anche nelle persone (nel pubblico che osservava) e le ha usate come dei troll.
A quanto pare Pilato fece votare anche il popolo. Chiese loro quale dei due candidati avrebbero scelto di liberare: Gesù o Barabba il ladro. (Il nome aramaico Bar’abbas significa “Figlio del Padre”). La scelta di molti fu Barabba. Si dice che sia stata una decisione del popolo. È questa la voce di Dio? No. Sembra essere d’accordo. Come ho detto una volta in un’omelia, non tutta l’unità (della gente) è buona. Il popolo può anche unirsi al male.
I troll riuscirono a diffondere menzogne contro Gesù. Molti erano convinti, così quelli che si schierarono in favore di Barabba (era quelli che) gridavano più forte. Ma quella voce non era veramente loro, ma proveniente dall’oscurità. Sembra lo stesso ancora oggi il dramma della salvezza. Il diavolo è bravo a manovrare per conquistare il suo candidato ladrone.
Durante l’ultima Messa di Solidarietà per la Scelta Morale (Mass for the Moral Choice) tenutasi a Baclaran, ho citato ciò che Gesù avrebbe detto in Giovanni 8:32: “La verità vi renderà liberi”. Si sono dimenticato allora di leggere le righe precedenti: “SE SEGUITE I MIEI INSEGNAMENTI, SARETE MIEI DISCEPOLI. Conoscerete la verità e la verità ti renderà liberi”. La verità ci renderà davvero liberi? Dipende. C’è un “SE” – se difendiamo i suoi insegnamenti.
Anche Pilato conosceva la verità. Indagò persino e scoprì che le accuse contro Gesù non erano vere. Ma ha sostenuto la verità? No. Invece, si è lavato le mani. Ha scelto di essere neutrale per paura di perdere il potere. Vuol dire che anche Satana era entrato in lui.
L’ultimo tentativo di Satana fu quando Gesù fu crocifisso: si unì ai capi del popolo. Così quelli, mentre inchiodavano Gesù, cominciarono a gridare: “Ha salvato altri, salvi ora se stesso se è il Cristo, l’eletto di Dio”. Questo messaggio viene ripetuto tre volte. Era come ripetere le tre tentazioni nel deserto. Poi uscirà dalla bocca dei soldati, anche loro penetrati dal diavolo. “Se sei il re dei Giudei, salva te stesso”. E la terza uscirà dalla bocca di uno dei due malfattori che erano crocifissi con Gesù sul Calvario. Egli disse: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e salva noi”. È anche questa è la voce di Satana.
Ma il demone ha fallito con il secondo criminale. Ciò che uscii dalla sua bocca era umiltà e confessione del suo peccato. Invece di Satana ascolta colui che può salvarlo. E il peggior fallimento di Satana fu che fino all’ultimo momento Gesù non si salvò. Invece, si offrì come riscatto per coloro che lui, Satana, voleva solo per sè.
Mi chiedevo perché Pasqua da noi diventa la Settimana Santa o Semana Santa, invece di Domenica Santa. Forse questo ci ricorda che quello con cui il Figlio di Dio ci ha redenti è un immenso AMORE. Non sangue di offerte animali, non offerte, non sacrificio. Il suo riscatto, la sua vita. L’offerente e il sacrificio offerto diventano una cosa sola in Cristo.
Noi siamo più vicini ai personaggi che rimangono liberi che a quelli che “liberano”. Gesù è un diverso tipo di salvatore. Fino all’ultimo non libera sé stesso. Poiché ama colui che redime, e così facendo ama anche il suo riscatto: se stesso.
Satana pensava che la morte sarebbe diventata una sconfitta per il Figlio di Dio . Si era sbagliato. Era il segnale della vittoria di Dio. Più o meno come in una partita a scacchi; scaccomatto al diavolo. – Rappler.com