La nuova stazione missionaria del PIME, dove ora lavora padre Stefano Mosca, è parte della Diocesi di Kalookan e situata nella città di Malabon, MetroManila, in un distretto di circa 50.000 abitanti chiamato Tunsoya (in altre parole “luogo del pesce secco”). Il nome geolocalizzato della missione, però, è Paradise Village, un quartiere di circa 15.000 abitanti. Paradiso solo di nome. Un tempo, non tanto distante, era famoso, secondo i giornalisti, per essere il paradiso dei killer a pagamento di Manila. Il suo nome appare anche nel thriller “Three Marys” di Gleen Cooper. Interessante anche scorrere le foto in bianco e nero del 1999, di Paradise Village, di Didier Ruef.
Paradise Village si trova a nord della grande arteria a doppia corsia C4. Qui sono sorte negli anni ’70 migliaia di micro-casette e baracche di cemento o di legno, pigiate una contro l’altra (se non una sopra l’altra) con i soliti tetti di lamiera ondulata e arrugginita. Non è tanto distante, circa due chilometri, dalla nostra prima missione in Magsaysay Village, Tondo, Manila, iniziata alla fine degli anni ’60.
Scorrendo un po’ le notizie su Paradise Village si comprende quanto poco sia cambiato (come a Tondo trent’anni fa, solo in parte bonificato con i soldi della Banca Mondiale). A parte, naturalmente la diffusione dei telefonini e la cementificazione di decine e decine di nuove strade e vicoli, lo stile di vita rimane quello degli anni ’70, del secolo scorso.
Innanzi tutto, la sovrappopolazione che spinge molte persone a vivere per strada: non hanno casa o non possono permettersi di affittarne una. Il concentramento poi di tante abitazioni in poco spazio crea problemi di sicurezza. Per esempio nel dicembre 2015 in Tunsoya, un devastante incendio a distrutto centinaia di case e negozi per un danno di 4,5 milioni di dollari. Un altro più recente di 150 case distrutte.
Che dire poi dello smaltimento improprio dei rifiuti. Ai tempi di Tondo lì vicino c’era la Smokey Mountain, la montagna fumante, dove venivano scaricati tutti i rifiuti urbani della città di Manila. La discarica è stata poi chiusa e coperta di terra perché tossica. In alternativa si gettava tutto nel mare. Oggi, come allora, non c’è un adeguato smaltimento dei rifiuti. Le persone non sanno come smaltirli e l’ambiente malsano che provocano è alla radice di diverse malattie portate da parassiti, zanzare e dalla popolazione sempre numerosa dei topi.
Il traffico, come sempre, rimane un problema. Le strade, vecchie e nuove, sono solitamente occupate da parcheggi abusivi e intasate dall’intenso viavai di jeepney e tricicli; soprattutto al mattino quando migliaia di studenti si devono recare a scuola..
Le strade, inoltre, si deteriorano velocemente e diventano causa di incidenti. Ad aggiungere problemi al traffico e ai percorsi pedonali sono i venditori ambulanti. Illegali perché usano la strada e i marciapiedi come luogo per vendere le loro mercanzie.
Poi ci sono le inondazioni nel tempo di forti piogge e del passaggio dei tifoni. Come a Tondo, tanti anni fa, anche oggi in Tunsoya i canali traboccano e l’acqua invade le strade e i vicoli ai lati dei quali sorgono le abitazioni. A volte sono i rifiuti gettati dalle persone a intasare i canali. Succede spesso.
Economicamente, come a Tondo, il tasso di disoccupazione è molto alto. Molte persone sono disoccupate e devono trovare qualche rimedio per sopravvivere. La malavita rimane. I crimini non cessano. L’uso della droga pure.
Nel complesso, questi sono i problemi principali da prendere in considerazione da chi si insedia in questa zona come elemento estraneo, cioè come “missionario”. Le possibili soluzioni a questi problemi naturalmente non arriveranno da lui ma dalle persone che vivono in queste zone. Sono loro che, organizzate, devono far udire la loro voce per responsabilizzare maggiormente, per esempio, le LGUs (Local Government Units) cioè i responsabili pagati dal governo per mantenere la pace e l’ordine in zone residenziali a volte fuori controllo.
Certo poi un missionario che ha cuore la sorte della gente e le loro anime può diventare elemento stimolante di nuove iniziative comunitarie impegnate a gestire meglio la “casa comune”. A Tondo fu molto difficile portarle avanti. Erano tristi tempi. Oggi appaiono diversi.