A cinque anni dalla morte di Padre Fausto Tentorio, missionario del Pime ucciso nelle Filippine il 17 ottobre 2011, è ancora forte la voglia di giustizia che ha la sua gente. “Cinque anni senza giustizia. Cinque anni di un’impunità che allunga la scia di sangue: si continua a calpestare ed uccidere in nome della terra e delle su risorse a Mindanao” è la denuncia che arriva da Padre Peter Geremia, confratello ed amico di Padre Fausto.
La camminata organizzata dall’associazione “Non dimentichiamo Padre Fausto Onlus” ha infatti il duplice scopo di raccogliersi in preghiera e di informare sulla situazione nelle Filippine. Questo evento infatti si inserisce in una tre giorni – che si concluderà stasera con la messa officiata da Mons. Rolla – dedicata alla memoria del missionario ed alla raccolta fondi per sostenere i progetti che lui non ha potuto portare avanti.
Come spiegato da Don Paolo al ritrovo presso la chiesina di Bosco: “Ricordiamo la situazione a Mindanao, non permettiamo che si spengano le luci. Ancora poche settimane fa c’è stato un omicidio passato nel silenzio più completo.”.
Prima della partenza è stata letta ai presenti una lettera di Padre Peter Geremia, testimone diretto e successore nella battaglia di Padre Fausto per la giustizia: “La proliferazione di gruppi paramilitari – scrive il sacerdote – ha provocato tanti altri omicidi e causato evacuazioni di massa. Hanno costretto gli agricoltori ad abbandonare le loro terre, forzato i bambini ad abbandonare le scuole e a questo si possono aggiungere atrocità come l’omicidio del direttore dell’Alcadev School, Emerito Samarca, e di altri due leader comunitari avvenuta il 1 settembre 2015 a Surigao del Sur. Inoltre, alle popolazioni più povere sono state armi per combattere l’Npa (guerriglieri di matrice marxista). È questa la strada per risolvere il problema dell’insurrezione? Le autorità civili e tutte le organizzazioni comunitarie, comprese le chiese devono affrontare questo problema. Ci sono iniziative di dialogo in corso, molti gruppi di Mindanao si stanno mobilitando per la pace. Possiamo sperare che tutte le risorse spese, tutte le persone che si sono impegnate, tutte le preghiere e le marce possano produrre segnali concreti e dare alla pace una possibilità?” questo è il messaggio che, a cinque anni dall’uccisione di padre Fausto, è stato condiviso anche dalla comunità di S. Maria.